Curriculum Vitae di Fernando Paolo Aliotti:

nato a Smirne (Turchia) il 5 Febbraio 1898
morto a Roma il 6 Febbraio 1996

Periodo dal 1919 al 1925 
Periodo dal 1926 al 1935
Periodo dal 1935 al 1950
Periodo dal 1950 al 1954
Periodo dal 1954 al 1961 
Periodo dal 1961 al 1968

Periodo dal 1919 al 1925

Alla fine della prima guerra mondiale, quando mio padre fu completamente rovinato da questa, cominciai a lavorare nel suo ufficio a Smirne (attuale Izmir Turchia) come cassiere, cercando nel frattempo un impiego presso terzi sempre a Smirne.  Poco dopo mi fu fatta un’offerta da parte della società Khedivial mail ed è colà che rimasi, quale impiegato occupandomi delle polizze di carico delle loro navi.
Nell’Agosto del 1921 la ditta van Der Zee mi chiamò e chiese se volessi entrare come segretario privato del Sig. Henry van Der Zee a delle buone condizioni, perciò accettai.
Rimasi dunque come segretario per circa un anno e mezzo sino a quando mi proposero di diventare super-cargo della loro nave “Helka” che cominciava a fare trasporti di carbone dal mar Nero a Smirne, la Grecia e l’Egitto. Tanto per poter studiare il “carbone” ma più che altro per comandare le operazioni di trasporto sulla nave stessa, l’equipaggio ed il comandante, russi bianchi e due olandesi, essendo solo gente marittima. La vita era assai dura durante quell’epoca ma mi consentì di conseguire una buona esperienza.
Nel 1922 avvenne l’incendio di Smirne  e durante questo ebbi l’opportunità, assumendomene la responsabilità, di prendere a bordo oltre 600 profughi per trasportarli a mitilene. Da lì mi recai al Pireo ove si era rifugiata la famiglia van Der Zee, e proposi al Sig. Hendrik, allora mio datore di lavoro, di ritornare a Smirne per salvare della mercanzia che era stata messa su delle chiatte per impedirne la distruzione durante l’incendio. La mia proposta fu accolta e con Helka mi recai a Smirne ove stipulai un contratto a condizioni meravigliose con la Gerry Tabacco per il trasporto solo sino al Pireo di 280 Ton di Tabacco che erano in balia delle onde sulle chiatte, per un nolo di 6000 Sterline.
Poco dopo e precisamente nel 1923 mi sposai e dato che nel frattempo i van Der Zee erano rimasti molto contenti del mio lavoro e che anche avevano acquistato due altre navi, mi nominarono direttore ad Istambul del loro nuovo ufficio, che inaugurai io, assumendomi la responsabilità per tutto il movimento delle loro tre navi della nuova ditta “W.F.Henry van Der Zee-Coal Dept.”
Rimasi ad Istambul sino a quando, verso l’inizio del 1925 cominciò a delinearsi una crisi formidabile nei noli e trasporti ed il costo e valore delle navi precipitò. Van Der Zee decise quindi di vendere i suoi convogli e desiderò che io restassi a Smirne nel reparto “carbone” a capo del quale si trovava il sig. Issaverdens da molti anni.
Questi, temendo per la sua posizione, anche perché era anziano, si rifiutò categoricamente di avermi accanto a lui, cosicché il sig. van Der Zee non ebbe altra alternativa che ringraziarmi della proficua attività e della mia onestà, come lo comprova il certificato di lavoro in mio possesso, e non potendo offrirmi un’altra posizione, all’altezza di quella che avevo, neanche nella ditta consorella di W.F. van Der Zee dove i quadri erano al completo.
Apro una parentesi per dire che durante i miei anni ad Istambul benché dirigendo il movimento delle navi dalla sede stessa, mi toccava rendermi sulle navi nostre a qualsiasi ora del giorno o della notte con tempo buono o cattivo, con una barchetta in mezzo al Bosforo alla Torre di Leandro ove ancoravano le navi in transito; e questo era assai duro e rischioso data la corrente stessa del Bosforo che con cattivo tempo faceva derivare la barchetta di parecchie miglia.

Periodo dal 1926 al 1935

Nel dicembre del 1925 mi congedai dai van Der Zee e rimanendo senza lavoro, cominciai, sino a trovarne un altro, a fare delle installazioni elettriche nelle numerose nuove case in costruzione di amici a Cordelio. Questo durò un breve tempo sino a quando una ditta Turca di Assicurazioni mi propose un impiego.
Lo accettai, ma subito fui deluso perché il piccolo stipendio che percepivo mi era dato col contagocce, dato che la società non era importante ed i loro affari scarsi. Allora fui assunto dalla Oriental Carpet manuf. Per lavorare nei loro uffici di Izmir quale aiuto contabile del Reparto Persia.Dopo qualche mese mi trasferirono nella loro fabbrica la “Cloth” a Halka-Punar per mettermi al corrente delle lane in vista di prepararmi per un posto in Persia.
Vi rimasi sino al 1927 partendo da Istambul ove ero rimasto per l’ultimo anno, allorquando fui trasferito quale vice direttore a Tabriz ove si trovava, quale direttore, Andrè Aliotti che partiva in vacanza per 4 mesi e che dovevo rimpiazzare. Un anno dopo circa, e qualche mese dopo il ritorno del sig. Andrè, fui trasferito definitivamente quale co-direttore nell’importante loro Agenzia di Kirman.
Nel 1935 ci fu una crisi molto forte sui tappeti ed inoltre il Governo Persiano decise di abolire l’attività di tutte le ditte di tappeti straniere che lavoravano in proprio per sostituirle con un solo “agente” delle ditte quale concessionario e che doveva comperare sul mercato o ordinare presso ditte persiane. L’Oriental Carpet decise allora di chiudere tutte le sue agenzie in Persia (circa 8)  che furono liquidate vendendo il loro stock a prezzo di costo, quando potevano trovare un acquirente, dato il calo drastico in Europa del tappeto. Mi fu fatta la proposta dal sig. Edwards, direttore generale a Londra della Carpet di rimanere quale loro agente a Kirman, ma in seguito alla situazione che prevedevo molto difficile, rifiutai.
Mi fu fatta quindi una proposta dal sig. Hoffinger, direttore della Ford in Egitto, al quale avevo salvato la vita in Persia e che rimase parecchie settimane da noi a casa a Kirman, di diventare ispettore per la Ford per la Siria, proposta che non accettai, forse anche a torto, visto che mio fratello Bubi mi domandò se volevo dividere la sua sorte andando a lavorare a Rodi (attuale Grecia allora isola Italiana) dove aveva appena finito di costruire una fabbrica che poi divenne la Saife.

Periodo dal 1935 al 1950

Durante tutti questi anni, rimasi a Rodi assieme ai miei fratelli Pierino e Bubi e mio nipote Febo dirigendo uno dei reparti della Società, che poco a poco ebbe una grande espansione. Tra il 1944 ed il 1946 rimasi in Italia ove venni in seguito ad un incidente in moto, per curarmi. Come è risaputo in Italia vi fu la caduta del fascismo, l’occupazione  di Rodi dei Tedeschi e praticamente le comunicazioni con l’Italia furono interrotte, impedendomi anche di ricevere dei fondi. Con la mia famiglia eravamo rifugiati  nelle montagne presso Senigallia, per evitare i bombardamenti svolsi una certa attività con i partigiani.
Alla liberazione e con l’arrivo degli alleati, tornai a Roma, ma mi fu impossibile ricevere qualsiasi notizia da Rodi che dopo l’armistizio fu occupata dagli Inglesi. Cercai di trovare un lavoro a Roma, essendo a corto di fondi ma non mi fu possibile fare altro, data la situazione caotica dell’epoca in Italia, che di mettermi d’accordo con un amico per fare trasporti in automobile di passeggeri, le ferrovie non funzionando e le strade essendo in cattive condizioni per i trasporti dei pochi autobus in funzione allora specialmente per la mancanza di carburante. Finalmente in virtù delle mie amicizie nelle alte sfere della Marina Italiana, partimmo per l’Egitto sulla Montecuccoli nel Gennaio del 1946 con l’intento di potere, da Alessandria, ritornare a Rodi. Questo fu possibile qualche mese dopo, grazie al sig. Alhadef che ci prese, con la mia famiglia, a bordo del suo piccolo panfilo.  A Rodi ebbi molte difficoltà da parte delle autorità Inglesi per potervi rimanere , ma finalmente tutto fu appianato. Venne poi, nel 1948 la questione della cessione dell’isola ai Greci. Intanto il mio caro fratello Bubi, che era l’Amministratore unico della Società, morì improvvisamente, mio fratello Pierino non volendo assumere la carica di Amministratore Unico, quindi fui nominato io. Trattammo assieme con mio fratello Pierino tutta la questione della cessione della Saife con i delegati Italiani e Greci, questione certo non facile dato il prezzo irrisorio che volevano pagare i Greci. Comunque una volta liquidato tutto da me in qualità di liquidatore della Società e contemporaneamente esecutore testamentario di mio fratello, lasciammo tutti la bella Rodi per venire in Italia.

Periodo dal 1950 al 1954

Una volta in Italia decisi definitivamente di trasferirmi in Australia, come già da tempo era mia intenzione, dato che vi si trovavano già mio figlio Aldo e mia figlia Huguette sposata con J.Thornely. Liquidai quanto avevo in Italia e trasferii i fondi in Australia. Arrivato colà cominciai subito una nuova attività in associazione con il mio genero Jhon, creando una società J.B.C. Thornely Pty per importazione di pezzi di ricambio per fabbriche tessili. Il mio genero si occupava della piazza ed io dell’amministrazione. Non appena gli ordini cominciarono ad affluire, dopo circa due anni, il governo Australiano emise delle restrizioni per l’importazone libera dall’Inghilterra da dove proveniva tutto il materiale importato da noi su commissione. Feci un viaggio a Canberra per cercare di ottenere delle licenze d’importazione più ampie, licenze che venivano date sulla base del giro d’affari dell’anno precedente, e siccome il nostro giro non era ancora cospicuo, il surplus richiesti ci fu negato. Contemporaneamente il mio genero cominciò a darmi delle seccature sia con la sua disonestà sia perché con mia figlia si comportava in modo indegno, tanto da esasperare quest’ultima a tal punto, da chiedermi di lasciare l’Australia non potendo continuare a viverci.
Queste circostanze influirono sul mio morale in tale proporzione da decidermi di tornare in Italia, lasciando solo Aldo in Australia che già si stava facendo una buona posizione lavorativa. Liquidai casa ed ufficio, alquanto disgustato dal mio genero, ormai divorziato da Huguette, tornammo a Roma. Arrivato in questa città rimasi un paio di mesi senza lavoro cercandone uno sino al giorno in cui mi proposero di entrare all SABA per un periodo di tempo determinato, per la revisione dei conti della società che si trovava in cattive acque in seguito a due dei tre fratelli titolari, che erano morti e del loro contabile che aveva fatto sparire tutti i libri contabili. Vi rimasi dal luglio al novembre 1953 congedandomi allora in seguito alla richiesta che mi fu fatta di creare una contabilità che non poteva rispondere a verità e della quale non desideravo prendere il rischio.

Periodo dal 1954 al 1961

Nel Marzo del 1954 il Sig. Bill Giraud mi propose di recarmi a Smirne in Turchia per assumere la direzione di una loro costruenda fabbrica di “Stampa su Tessuti” (l’originale quota: “Impressione su tessili”) affiliata alla Pamuk ed alla Cloth di loro proprietà e che venne chiamata “ Basma Fabrikasi” . Arrivai a Smirne nell’Aprile del 1954 e cominciai a sorvegliare l’inizio della fabbrica sul terreno ancora nudo e della quale seguii tutta la costruzione ordinando pure lo smistamento del macchinario che arrivava dalla Germania, che consisteva in 6400 casse. Una volta che la fabbrica fu terminata ne assunsi la direzione amministrativa, con alle mie dipendenze tre tecnici tedeschi e di un personale di oltre cento operai ed impiegati. Questa mia posizione durò sino al gennaio 1961, prolungando di 3 anni il mio contratto verbale iniziale di 4 anni, in seguito alla soddisfacente situazione degli affari conseguiti sotto la mia direzione.
Purtroppo in seguito, in primo luogo, alle difficoltà di poter ottenere il prolungamento del mio permesso di lavoro da parte delle autorità turche le quali non volevano più che le società turche avessero un direttore straniero non azionista della società (infatti i tecnici tedeschi furono sostituiti da persoanle turco obbligatoriamente) ed anche in seguito alla situazione precaria venutasi a creare alla Pamuk che aveva come direttore il Sig. Icard, il Sig. Giraud mi disse che dovevo lasciare il mio posto  per essere rimpiazzato dal Sig. Icard, che già da anni lavorava con lui, questi non potendo più rimanere alla direzione della Pamuk e non avendo altro posto da offrirgli che il mio.

Periodo dal 1961 al 1968

In febbraio partimmo dunque da Smirne per tornare a Roma una volta di più. Qui di nuovo mi trovai per un certo tempo senza lavoro sino al momento in cui il Sig. Wookey mi nominò suo rappresentante in Italia della Marble co. Di Toronto con l’intento di comperare ed inviargli dei marmi a Toronto per una nuova società che aveva creato. Mi propose in un primo tempo  di trasferirmi in Canada per assumere la direzione della società, ciò che rifiutai, forse a torto, non desiderando più emigrare ed avendo nel frattempo acquistato un appartamento in Italia. La sua società che cercava di piazzare dei marmi e fabbricava delle marmette non durò a lungo, i marmi, a quanto pare, non essendo richiesti in quel paese freddo e gli invii di questi marmi e di conseguenza la mia attività con questa società cessò di colpo. Mi arrangia quindi nel laboratorio Rialdi, che faceva dei farmaceutici a Genova e del quale conoscevo bene il proprietario, per piazzare is uoi prodotti a Roma. Il Sig.Rialdi mi disse che poteva affidarmi solo una specialità di medicine speciali per cani e gatti, avendo per il resto già altri rappresentanti. Svolsi un lavoro di piazzista molto intenso, il Sig.Rialdi ne fu contentissimo, ma il fatto sta che nonostante la cospicua quantità di medicinali che vendevo fosse proficua per lui, per me non lo era visto che la medicina costava poco e che in conseguenza la mia commissione era scarsa non permettendomi di vivere. Intanto cercavo un’altra cosa da fare, non potendo fare due cose alla volta, il piazzare le medicine richiedeva di visitare i clienti mattina e sera.
Dopo circa un anno, mio nipote Livio mi suggerì di lavorare con lui nel garage Primavera che aveva assunto facendo auto noleggio e compra-vendita di auto. Nel 1962 andai dunque a lavorare al garage, tenendo la contabilità  e l’amministrazione.
Livio si prese altri due soci per un paio di anni dopodichè, data la diminuzione degli affari, vendette i tre quarti della sua quota all’amministrazione presente con la quale lavoro attualmente solo mezza giornata. Le condizioni di lavoro del garage non permettendomi  di pagare uno stipendio intero e d’altra parte il mio genero avendomi proposto, quale nuovo concessionario Olivetti di lavorare con lui nel meriggio per amministrare i suoi affari. Sino ad oggi (1968) dunque la mia attività si svolge tra le due ditte sopracitate.